Se BARBARELLA resta ancora oggi un’eroina piuttosto nota — specie grazie al “famigerato” film del 1968 con Jane Fonda nel ruolo eponimo —, il suo creatore
Jean-Claude Forest è, per il grande pubblico (fuori, dunque, dalla bolla degli appassionati), sostanzialmente uno sconosciuto. Curioso che il suo nome sia legato a un film che ha lanciato il filone della fantascienza sexy e un po’ camp, a tratti facilona. Curioso perché il fumetto originale, così come i suoi fumetti in generale, sono sì spesso dominati da figure femminili seducenti (del resto, per creare BARBARELLA Forest s’ispirò a Brigitte Bardot), ma l’erotismo ne è solo una parte. Anzi, agli occhi di chi li legge oggi, abituati come siamo a ben altri standard di trasgressione, è quasi secondario. A colpire, prendendo in mano i fumetti di Forest, sono innanzitutto il disegno (nei casi delle sue opere da autore completo), dall’inchiostrazione sicura e tetragona e allo stesso tempo svolazzante e sprezzata; e il suo modo di gestire dialoghi — improntati al nonsense, all’umorismo e alla poesia — e trame — meri pretesti per accavallare situazioni dopo situazioni, con piglio da moderno
feuilletoniste.
Tratti, questi, molto poco “facili”, e che infatti decretarono più di una volta l’insuccesso delle sue opere: ammirate da colleghi e da critici, il pubblico non si dimostrò invece sempre ricettivo nei loro confronti, fra fallimenti di riviste da Forest ideate e interruzioni di sue serie per scarso apprezzamento; cosa che spiega il relativo anonimato di cui “gode” oggi. I suoi fumetti, con l’eccezione di BARBARELLA, di LES NAUFRAGÉS DU TEMPS (la grande serie fantascientifica che scrisse per Paul Gillon) e di ICI MÊME (il romanzo grafico-satirico che sceneggiò per Jacques Tardi), sono stati poco tradotti e sono perlopiù irristampati da anni, perfino nella natia Francia.
Un autore anticonformista, dunque. Del resto, chiunque altro avrebbe probabilmente capitalizzato il successo che riscosse la storia d’esordio di BARBARELLA e poi quello (soprattutto “culturale”, visto che non fece grandi incassi) generato dal film. Forest, invece, dopo la prima avventura, apparsa nel 1962 sulle pagine della rivista “V Magazine”, ne realizzò soltanto altre tre, e per di più spalmate nel corso di vent’anni — l’ultima delle quali da lui nemmeno disegnata, ma solo scritta (ai pennelli, il bravo Daniel Billon). Quel 1962, a posteriori, rappresenta lo spartiacque all’interno della sua carriera, fra un “prima”, occupato essenzialmente da lavori come disegnatore umoristico e illustratore di romanzi di fantascienza (il suo genere prediletto), e un “dopo”, durante il quale fu sempre sceneggiatore e spesso disegnatore, e nel corso del quale poté dar libero sfogo a tutta la sua verve. Un “dopo” caratterizzato da opere quali HYPOCRITE (con protagonista un'altra delle sue eroine "sexy"), MYSTÉRIEUSE, adattamento di un romanzo di Jules Verne, e poi BÉBÉ CYANURE e i NAUFRAGÉS sopra ricordati.
Nel 1978, Forest fu avvicinato dall’editore Casterman, che lo cooptò per la sua neonata rivista “(À Suivre)”: sulle quelle pagine, e sin dal primissimo numero, furono pubblicati ICI MÊME e un altro adattamento, quello del medievale ROMAN DE RENART (disegnato da Max Cabanes). Fra il 1980 e il 1982, Forest riprese in mano i pennelli e disegnò per la rivista due lunghe storie fantastiche, LA JONQUE FANTÔME, VUE DE L'ORCHESTRE (considerata da molti critici il suo capolavoro) e ENFANTS, C’EST L’HYDRAGON QUI PASSE (primo episodio di una saga marinara mai proseguita); la sua carriera fu consacrata, l’anno successivo, dal prestigioso Grand Prix al Festival d’Angoulême. Viepiù indebolito da una malattia debilitante, la fine degli anni ottanta e gli anni novanta furono segnati solo dalla serie per bambini LÉONID BEAUDRAGON (disegnata da Didier Savard e pubblicata sul magazine che si era trovato a dirigere, “Okapi”) e dal romanzo grafico IL FAUT Y CROIRE POUR LE VOIR (disegnato da Alain Bignon), prima che l’autore si spegnesse nel 1998, a 68 anni.
In Italia, il Forest del “dopo” ha avuto una discreta fortuna, visto che molte sue opere sono state tradotte nel nostro idioma — grazie soprattutto (ma non solo) all’interessamento dell’editore Milano Libri (che per primo portò in Italia BARBARELLA, nel 1967). Purtroppo, oggi è molto difficile per il lettore medio recuperarle, dal momento che sono leggibili solo sulle riviste d’epoca, e le poche stampate in volume sono quasi tutte fuori catalogo. Cosa che rende l'operazione di recupero fatta qui su LC22DB (e portata avanti da molti utenti diversi) particolarmente preziosa.
BIBLIOGRAFIA
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BARBARELLA
(Barbarella – 1962-1982)
CLICCA QUI (VOLUME 1) – CLICCA QUI (VOLUME 2) – CLICCA QUI (VOLUME 3)
I NAUFRAGHI DEL TEMPO
(Les naufragés du temps – disegni di Paul Gillon – 1964-1989)
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MISTERIOSA
(Mystérieuse – 1971-1972)
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HYPOCRITE
(Hypocrite – 1971-1974)
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IL PAESE CHIUSO (anche noto come IL SIGNORE DI MONTETETRO)
(Ici même – disegni di Jacques Tardi – 1977-1978)
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E PER FINIRE,
UN GRANDE INEDITO,
DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE
LA GIUNCA FANTASMA, VISTA DALLA PLATEA
(La jonque fantôme, vue de l'orchestre – 1980)
Edited by bgh - 23/5/2023, 20:02